Stiamo vivendo uno dei tempi più difficili della storia recente per la nostra nazione. Il Coronavirus è stato ormai dichiarato pandemia, in quanto ha abbracciato la quasi totalità delle nazioni al mondo con un tasso di contagio e di mortalità molto alto, soprattutto per le persone più fragili come gli anziani. Nessuno mai avrebbe pensato di poter applicare nel nostro tempo il verso della scrittura in Ecclesiaste: “un tempo per abbracciare un tempo per astenersi dagli abbracci” e che avrebbe riguardato una malattia infettiva come il coronavirus. La cosa più triste è che questa pandemia è chiamata la pandemia della solitudine poiché, coloro che purtroppo ne sono colpiti in maniera seria, non possono aver alcun tipo di contatto con i loro cari e spesso i casi più gravi muoiono nella loro solitudine. Ahimè è il caso di fare un'altra applicazione che riguarda questo tempo così difficile ma in cui ritroviamo un'analogia impressionante con quella che è stata la nona piaga in Egitto dove Dio colpì l'Egitto con la piaga delle tenebre: “Allora il Signore disse a Mosè: «Stendi la tua mano verso il cielo e vi siano tenebre nel paese d'Egitto, così fitte da potersi toccare. Mosè stese la sua mano verso il cielo e per tre giorni ci fu una fitta oscurità in tutto il paese d'Egitto. Non ci si vedeva piú l'un l'altro e per tre giorni nessuno si mosse da dove stava; ma tutti i figli d'Israele avevano luce nelle loro abitazioni.”(Esodo 10:21-23). In particolare il verso 23 : “Non ci si vedeva più l'un l'altro e nessuno si mosse da dove stava…” Proprio come stiamo vivendo ai nostri giorni, decreti ministeriali ci consigliano di restare a casa e tutti noi abbiamo, con responsabilità, accolto l'invito, non ci vediamo più l'un l'altro personalmente, non abbiamo la possibilità di incontrarci, di frequentare i nostri culti non avendo più la possibilità di celebrarli. “Nessuno si mosse da dove stava…”, siamo un pò tutti in "quarantena", non usciamo di casa se non per lo stretto necessario o per ragioni di comprovata urgenza. Che cosa possiamo dire se non che quello che stiamo vivendo è una vera e propria piaga, un tempo di tenebre che Dio sta permettendo a questo Egitto figura del mondo. Ma attenzione, leggiamo anche che in tutte le dimore dei figli d'Israele c'era la luce. È un tempo estremamente difficile in cui la parola di Dio ha lo scopo altresì di incoraggiarci, i tempi del ritorno del Signore sono sempre più maturi, ci ritroviamo a vivere negli ultimi termini dei tempi dove Gesù sta per ritornare! Non possiamo permetterci di far spegnere le nostre lampade, questo è il tempo di farle ardere più che mai! In tutte le dimore dei figli d'Israele c'era la luce! La luce della speranza, la luce della parola di Dio; “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105). È il tempo di tenere ben accese le nostre lampade attraverso la preghiera, la fiducia che Dio non ci lascia e non ci abbandona! Non è questo il tempo di nascondere la luce, ma di far sì che la luce risplenda nelle nostre case! “E non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa.” (Matteo 5;15)
“Io non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno” (Giovanni 17:15)
Gesù stava pregando perché i suoi discepoli fossero preservati, forse i discepoli pensavano che il modo migliore di essere messi al riparo da ogni male sarebbe stato che Egli li avesse portati con sè in gloria in una di quelle dimore di cui aveva in precedenza parlato loro (Giovanni 14:1/3); ma il Signore aveva in vista per loro un’opera da compiersi quaggiù sulla terra. Questa richiesta di preghiera che Gesù fece rivolgendosi al Padre ci dichiara che nessuno dei suoi discepoli doveva aspettarsi di seguire il Suo maestro in gloria senza prima aver compiuta individualmente l’opera sua. Questa preghiera che Cristo rivolge al Padre dichiara che il segreto della santità non consiste nel ritirarsi dal mondo, in solitudine, in chissà quale luogo o monastero, ma la vera santità è quella che riporta pubbliche vittorie sul male, senza disertare il posto assegnatoci da Dio. Certo, viviamo in un mondo che nel suo spirito ci è contrario e con un avversario che “a guisa di leone ruggente, va attorno, cercando chi possa divorare” (1 Pietro 5:8), ma possiamo ancora oggi confidare nell’intercessione del Signore Gesù “egli invece, poiché rimane in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette. Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro” (Ebrei 6:24/25). Perciò possiamo confidare nelle cure e nella protezione del Signore contro le insidie di questo mondo e contro satana e i suoi assalti “affinchè non siamo raggirati da satana; infatti non ignoriamo le sue macchinazioni” (2Corinzi 2:11). L’apostolo Paolo, rivolgendosi a Timoteo nella sua seconda lettera, potè scrivere nel ribadire il significato della preghiera che Gesù rivolse al Padre “ il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel suo regno celeste. A lui sia la gloria nei secoli dei secoili. Amen” (2Timoteo 4: 18). Tutto questo non va ad eludere che ogni suo figliolo e figliola da parte sua non dovrà essere prudente “Ecco io vi mando come pecore in mezzo ai lupi, siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come colombe” (Matteo10:16) e che dire, ancora, riguardo l’esortazione di Paolo: “Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio” (Efesini 6:10/18). Mentre confidiamo in colui che ci preserverà dal mondo dal maligno, anche noi rivolgeremo le nostre suppliche, preghiere e intercessioni al Padre nel nome di Gesù come egli stesso ci ha insegnato “ e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno..” (Matteo 6:13), così da essere rivestiti dell’intera armatura di Dio. In ultimo vogliamo riflettere insieme di come Dio ha tanto da darci per la nostra salvaguardia per ogni circostanza o situazione estrema, a tal proposito vorrò parlarvi di un piccolo mollusco, una lumaca di mare , o più semplicemente la chiameremo la lumaca di ferro o lumaca corazzata; questa piccola lumaca ha adottato la sua strategia di vittoria, proprio nel luogo che per lei sarebbe stato il più inospitale. (Ci sono ambienti in cui riuscire a sopravvivere è davvero un’impresa. È il caso del campo di fumaroli neri di Karei, nell’Oceano Indiano: un raggruppamento di sorgenti idrotermali dalle quali fuoriesce acqua molto acida, a una temperatura altissima. Eppure proprio lì vive tranquilla una lumaca di mare, Crysomallon squamiferum, sventando anche l’attacco di granchi predatori. Tutto merito di un guscio molto particolare, unico rispetto a qualunque altra armatura conosciuta, naturale o sintetica che sia.
Come racconta sulla rivista Pnas il gruppo di ricerca di Christine Ortiz, del Massachusetts Institute of Technology, il guscio di questo resistente mollusco è formato addirittura da tre strati sovrapposti di materiali differenti. All’esterno c’è un sottile rivestimento di solfuro di ferro).
Questa lumaca, il cui habitat è l’Oceano Indiano, dai fondali marini magmatici a motivo di alcuni geyser dalle temperature elevate, ha qualcosa da insegnarci; il piccolo mollusco invece di abbandonare quei luoghi, andarsene da quell’habitat e cercarsene uno “migliore”, ha sfruttato al meglio quell’ambiente traendo e trasformando alcune sostanze da quelle acque acide e magmatiche per rivestire la sua chiocciola e la base del suo corpo di materiale ferroso, per l’esattezza solfato di ferro, proprio come una vera e propria corazza, così da affrontare quegli ambienti marini che sarebbero risultati assolutamente inospitali in modo da diventare un vero e proprio carrarmato di ferro, come una vera corazzata blindata, pronta con la sua incredibile protezione ad affrontare correnti e acque inospitali e predatori come i granchi che nulla possono, anche se per giorni stringono la lumaca con le loro chele ma senza spezzarle. Se Dio ha così disposto affinchè questo piccolo mollusco, una lumaca di mare, potesse affrontare nel migliore dei modi un ambiente, dei predatori, un oceano dalle correnti e acque magmatiche risultando perfettamente vincente e all’altezza di quelle condizioni, a maggior ragione tutti noi con fede e maggior consacrazione in questo nuovo anno vorremo saper affrontare questo mondo, dal quale non siamo chiamati ad uscirne, come il principe di questo mondo “il principe della potenza dell’aria” (Efesini 2:2). Come quella piccola lumachina sfrutta anche le correnti più contrarie così noi, se attraverseremo acque magmatiche e inospitali, vogliamo essere rivestiti della completa armatura di Dio e trasformare con saggezza ed intelligenza anche le situazione più avverse come ci insegna la meravigliosa parola di Dio! “Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio, poiché sta scritto:<<A me la vendetta; io darò la retribuzione>>, dice il Signore. Anzi, <<se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo>>. Non lasciarti vincere dal male ma vinci il male con il bene” (Romani 112:17/21). Se il Signore ci manda come agnelli in mezzo ai lupi, come piccole lumachine in mezzo un oceano inospitale, ciò non significa che siamo abbandonati a noi stessi o che soccomberemo nelle varie difficoltà che dovremo affrontare. Possiamo confidare in Colui che è pronto a donarci saggezza, intelligenza, presenza di Spirito, guida attraverso gli insegnamenti della sua santa parola e preservarci dal maligno rivestendoci con la completa armatura di Dio “ Ma grazie siano rese a Dio che sempre ci fa trionfare in Cristo (ci fa sperimentare nuovi trionfi) e che per mezzo nostro spande dappertutto (anche in situazioni e luoghi inospitali) il profumo della sua conoscenza (2Corinzi 2:14). A Dio sia la lode e la gloria!
O.E
I tempi che stiamo attraversando sono sotto gli occhi di tutti quanti noi, sono tempi di graduale degenerazione di un sistema che sta andando sempre di più verso il massimo disordine, tempi di vero e proprio caos, di disordine sotto ogni sfera e aspetto, spirituale, morale e conseguentemente sociale e materiale. Se dovessimo usare una unità di misura per calcolare l’aumento del disordine nel nostro sistema (còsmo dal greco kosmos= ordine, universo) useremmo la parola “entropia”.
In meccanica statistica l'entropia (dal greco antico ἐν en, "dentro", e τροπή tropé, "trasformazione") è una grandezza (più in particolare una coordinata generalizzata) che viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico qualsiasi, incluso, come caso limite, l'universo. Viene generalmente rappresentata dalla lettera S. Nel Sistema Internazionale si misura in joule fratto kelvin (J/K). Nella termodinamica classica, il primo campo in cui l'entropia venne introdotta, S è una funzione di stato di un sistema in equilibrio termodinamico, che, quantificando l'indisponibilità di un sistema a produrre lavoro, si introduce insieme con il secondo principio della termodinamica. In base a questa definizione si può dire, in forma non rigorosa ma esplicativa, che quando un sistema passa da uno stato di equilibrio ordinato a uno disordinato la sua entropia aumenta; questo fatto fornisce indicazioni sulla direzione in cui evolve spontaneamente un sistema. L'approccio molecolare della meccanica statistica generalizza l'entropia agli stati di non-equilibrio correlandola più strettamente al concetto di ordine, precisamente alle possibili diverse disposizioni dei livelli molecolari e quindi differenti probabilità degli stati in cui può trovarsi macroscopicamente un sistema[1]. Il concetto di entropia ha potuto grazie a questa generalizzazione essere esteso ad ambiti non strettamente fisici, come le scienze sociali, la teoria dei segnali, la teoria dell'informazione e conoscere quindi una vastissima popolarità.
Il profeta Geremia presenta la parola di Dio come un fuoco, come un martello che spezza il sasso, forte come il fuoco che è in grado di bruciare e purificare, autorevole e potente come il martello che è in grado di spezzare e frantumare, ed è proprio su quest’ultimo concetto che vogliamo fare la nostra riflessione. Il sasso rappresenta il cuore dell’uomo lontano dalla grazia di Dio, come un altro profeta contemporaneo di Geremia potè dire: “Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni” (Ezechiele 36:26/27). Quest’ultimo, parlando del cuore dell’uomo, annunciò per bocca di Dio una delle più belle notizie che il popolo di Dio potesse udire: “potremmo chiamarla la buona notizia di Ezechiele”. Dio stava promettendo al suo popolo un cuore nuovo, uno spirito nuovo, un cuore di carne al posto del cuore di pietra; sì, spesso tutti quanti noi siamo vittime di noi stessi, siamo i nostri peggiori nemici; “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?” (Geremia 17:9).
Sei salvato? Salvezza..., una parola che nel campo religioso sentiamo citare spesso, “ ma da che cosa?”...“Da che cosa bisogna essere salvati? ”. Alcuni sicuramente si saranno fatti questa domanda, per altri è stato motivo di crisi, per altri ancora sicuramente la cosa è stata presa a cuor leggero, ecc... Ma la risposta a questa domanda, a questo punto interrogativo possiamo trovarla solo nella Parola di Dio: “La Bibbia”. E' la Bibbia che ci dice che l'uomo, inteso come genere umano, ha peccato: “ tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romanin 3:23). Quindi tutti, si! Proprio tutti sono venuti meno alle prerogative di Dio anche coloro che si ritengono migliori o sono ritenuti migliori degli altri, “ tutti...”. Tutti hanno fallito il bersaglio, cioè hanno peccato (la parola peccare significa fallire il bersaglio), hanno mancato ciò che è giusto, hanno preso la direzione sbagliata, sono venuti meno agli standard di Dio, quindi tutti gli uomini sono stati e sono mancanti davanti a Dio, perciò perduti. “ Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù” (Romani 3:24). Dio non vuole che l'uomo perisca, che vada perduto lontano da Lui nelle proprie mancanze, e senza la Sua presenza. Ma in Cristo Gesù, nella Sua ubbidienza, morte e resurrezione, Dio ha colpito il bersaglio per tutti gli uomini, e grazie a Gesù che, prendendo su di sé tutte le mancanze dell'uomo, giudicandole in sè stesso sul Suo corpo, nel duro legno della croce, che possiamo riconoscerci mancanti e grati. Se riconosciamo di essere peccatori, pentendoci sinceramente dei propri peccati e confessandoli a Dio, accettando Gesù come nostro personale Signore e Salvatore, allora saremo salvati per Sua grazia, ottenendo così la Salvezza delle nostre anime e la vita eterna, come da promessa nella Sua Parola “la Bibbia”, nel rimetterci in Lui, facendo la Sua volontà. Ora la domanda può risultare più incisiva, sei salvato...? Ti senti salvato...? Assicurati di ottenere questa grazia che la si ha solo per i meriti di Gesù.
“Perchè Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio,
affinchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”
(Giovanni 3:16)
"Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesú Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesú Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi. Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben piú preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesú Cristo. Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime."
1Pietro 1:3-9